"We are put on this planet only once, and to limit ourselves to the familiar is a crimine against our minds." [cit. Roger Ebert]


sabato 31 gennaio 2015

Time is over...Who wil be the next?

L'ultimo posto dall'America. Che effetto strano, surreale, impossibile.
Sto sorseggiando un Iced Green Tea Lemonade affacciata sopra il mio gate e ancora non mi capacito che sto tornando a casa.  È un effetto stranissimo, ancora non ci credo. Sul serio NON ci credo.
Dopo un po' ti abitui talmente tanto a qualcosa che strappare tutto di nuovo per andartene, di nuovo, dall'altra parte del mondo per l'ennesima volta semplicemente non ti sembra possibile. E personalmente credo che non lo sia!
Sono felice di tornare, sul serio, sono felice ma mi rendo conto che, di nuovo, abbandono qualcosa di conosciuto per un nuovo (in)certo. Questo perchè mentre ero via tante cose sono cambiate e io stessa sono cambiata. Non temo per la mia famiglia, loro sono sempre lì e non se ne andranno mai, unica costante probabilmente di qualsiasi persona. Ma tutto il resto? Tutto il resto non lo so e sinceramente non ho tutta quest'ansia di scoprirlo; in questo periodo se c'è una cosa bella che ho imparato a fare è fregarmene di quello che dice la gente, delle false apparenze, dei sorrisi e delle frasi di circostanza. Non sono una persona falsa e non lo sarò mai, poco importa se i vostri sentimenti saranno urtati dalla sottoscritta, nessuno vi tratterà mai con i guanti bianchi nella vita, meglio iniziare da subito a imparare la lezione.
Fa così strano, domani rivedo i miei genitori e lunedì le mie migliori amiche. Eppure non avrei voluto dover salutare Stacy e la sua famiglia.
Solo a freddo, dopo che quest'esperienza è ormai giunta al termine, posso dire che dei lati positivi ci sono stati, ma negare che sia stata dura è impossibile. Non è dura per il 90% del tempo, a me la mia famiglia non è mai mancata da star male, ma ci sono quei momenti in cui ti fai prendere dallo sconforto e non ci puoi fare nulla. Quei momenti in cui ti rendi conto di essere quasi a metà e quello che vorresti è tornare a casa, mollare tutto, fare le valigie, non salutare nessuno e prendere soltanto quell'aereo destinazione Milano. Essere exchange students non è semplice, non è una cosa figa (anche se purtroppo ora la pubblicizzano così), non è una vacanza, non è viaggiare per un anno o sei mesi continuamente senza interruzioni, non è ottenere sempre quello che si vuole quando lo si vuole solo perchè abbiamo sborsato un sacco di soldi, essere exchange non significa essere sempre felici.
Essere exchange students ha mille significati, eppure nessun aggettivo sarebbe in grado di descriverlo come si dovrebbe, perchè ogni exchange è diverso e si svolge in mille modi diversi. Se c'è una cosa che mi ha insegnato vivere all'estero per sei mesi è questo: essere più concilianti ed accomodanti, perchè non ci sono la tua mamma e il tuo babbo che ti tengono per la manina e ti portano l'acqua con le orecchie quindi sei TU che ti devi adattare agli altri; non puoi pretendere nulla se non da te stesso, spesso e volentieri ti senti impotente, ma devi imparare a conviverci. Impari ad essere gentile perchè ti rendi conto che non puoi fare terra bruciata intorno a te solo perchè quello li secondo te non è sufficientemente cool. Impari a non imporre agli le tue decisioni, ma lasci che siano loro a decidere perchè un 4:1 non ha mai avuto molto senso... Impari a non essere lunatica e a stamparti sempre un sorriso in faccia, perchè qualsiasi cosa succeda tu devi essere positiva e non puoi farti vedere sofferente o malinconica. Impari a stare zitta e a non urlare o dire la tua quando vorresti, ma te lo tieni dentro e lo urli a te stessa perchè mandare giù il boccone non ne sei mai stata capace.
Impari tante cose e nel frattempo la tua personalità cambia, in modi che non avevi neanche mai pensato possibili. Qui mi dicono tutti che sono una ragazza dolcissima: se mi conoscete bene, sapete che è vero solo l'esatto contrario. Sono lunatica e acida, ipercritica e poco aperta a quelle persone che cercano di invadere il mio territorio di giurisdizione. Essere dolce, insomma, non mi appartiene.
Vi dirò una cosa che non dicono mai ai ragazzi che stanno per partire: quando sarete in America non sarete voi stessi. Non lo dico in negativo, ma semplicemente sarà come avere un alter ego o una doppia personalità. Non avete le competenze sufficienti per comportarvi e comunicare nello stesso modo in cui vi comportate e comunicate nel vostro paese, semplicemente perchè il lessico che normalmente utilizzate è molto diverso da quello corrispondente nella vostra seconda lingua e spesso e volentieri non riuscirete ad esprimere esattamente ciò che volete dire. Don't panic è normale.
Purtroppo ci si rende conto solo dopo che le orientation che ti fanno non servono a un tubo, non ti preparano e non ti fanno abituare al peggio. Perchè piace farsi sempre descrivere le esperienze fantastiche che hanno avuto quei 3/4 ragazzi per anno che sono stati fortunatissimi. Non a tutti succede, a molti no. Non andrete in una casa di Teen Cribs, statene certi all'85%; non viaggerete in lungo e in largo l'America, ma d'altronde non ci siete venuti per questo. Perlomeno non era la mia idea principale: a differenza di quanto vanno a dire in giro Tom e Melissa, sapevo dal primo istante in cui ho scoperto di aver la famiglia che non avrei viaggiato e le mie aspettative non erano assolutamente diverse da quello. Ecco preparatevi pure al confronto, a quello dove dovete tirare fuori la voce, farsi sentire e dire perchè le cose non vanno. Solo voi. Nessun altro può farlo. Non spaventatevi, sarete in grado di farlo perchè non ci sarà nessun altro li per voi e come si dice "Chi l'ha dura, la vince". Ci sono tanti se e tanti ma, ma non fatevi scoraggiare.
I miei sei mesi potevano essere migliori? Si, decisamente. Credo che essere stata anche male a volte abbia condizionato negativamente la mia esperienza? Assolutamente no. Sono cresciuta. Ora sono una versione migliore di me stessa.

Un besos,
Ale

"Veni, vidi, vici."
[cit. Giulio Cesare]



1 commento:

  1. Cara Alessia,
    ho seguito il tuo blog fin quasi dall'inizio, leggendo ogni post con tanta tanta curiosità e tanto interesse. Ho la tua età ma, purtroppo, non sono un'Exchange student, ma, comunque, ti ammiro tanto, anche perché scrivi davvero davvero benissimo. Mi ritrovo in tante delle cose che scrivi e penso di assomigliarti, almeno un po', sia nell'odio nei confronti della matematica sia nell'essere, come dici tu, un lupo solitario.
    Volevo farti tanti complimenti, per aver avuto il coraggio di fare una simile esperienza e, soprattutto, per averla raccontata con tanta onestà, intelligenza, poesia. Adesso come stai? Come vanno le cose? Un ultimo post per sapere come procede in Italia lo scriverai, prima o poi, vero? :)
    Se ti va, passa da me!
    Minerva

    RispondiElimina