"We are put on this planet only once, and to limit ourselves to the familiar is a crimine against our minds." [cit. Roger Ebert]


sabato 27 dicembre 2014

Santa Claus is coming to town!

Tempo di aggiornare. Per quanto amassi scrivere su questo blog una volta, ora inizio ad odiarlo perchè mi obbliga a scrivere e ultimamente mi viene difficile. Quindi non odiatemi, o se proprio volete, mettetevi in fila che ci sono un bel po' di persone.

Così le vacanze di Natale sono iniziate venerdiì scorso con un early release a mezzogiorno. Le lezioni sono durate 10 minuti ciascuna e l'ultimo period invece solo 5 miseri minuti. Quindi siamo andati tutti in auditorium e c'è stato il coro della scuola (di cui nessuno era a conoscenza della sua esistenza), un intermezzo di barzellette delle presentatrici (aka due ragazze thespian) che quelle di Pari sono nettamente migliori, il che è tutto dire... Dopo lo sbellicamento delle barzellette, il gruppo dei thespians (aka il gruppo di teatro di cui fa parte Mary Catherine) ha eseguito alcune performance e come sempre sono stati fantastici, si meritano davvero tutte le vittorie che hanno ottenuto (il programma teatrale della mia scuola è molto conosciuto in tutta la Florida)!! Quindi poi c'è stato il pranzo e tutti a casa.
Sabato e domenica non ho fatto essenzialmente nulla di ecclatante, se non i regali DIY per alcune amiche: sono andata da Dollar Tree con Amy dove abbiamo comprato alcuni vasetti di vetro (1$ ciascuno, che affare!), un paio di essenze, e poi Walmart dove ho comprato zucchero di canna e olio per fare lo scrub fatto in casa. È venuto benissimo: ho semplicemente seguito una preparazione che avevo visto su Pinterest e in pratica bisogna soltanto mischiare zucchero, olio e le varie essenze che ci piacciono (oppure niente essenze, come più vi piace) e vi posso assicurare che le mie mani dopo averlo lavorato erano davvero morbide come il culetto di un bambino! Ho poi finito i vasetti con un fiocco arancio oppure un fiocco fatto con lo spago.
Domenica ho skyppato con i miei genitori e ho completato un po' un packet che ci ha dato Skipper, il mio profe di Storia Americana che mi ama perchè è molto ferrato in storia europea e così spesso mi fa domande, per non parlare del fatto che ama che sia italiana ahaha.
Lunedì Stefani si è alzata con la brillante idea di fare i biscotti. Per carità le voglio bene, ma in cucina si avvicina a qualcosa di molto simile a una pallina da tennis per quanto si muove alla velocità della luce. Così mentre Amy era da sua mamma abbiamo preparato questi fatidici biscotti (e io genia prima mi sono fatta le unghie...). Partiamo dal presupposto che abbiamo iniziato alle 12 e ho finito di cuocerli solo alle 18.30. Siamo partite con i peanut butter cookies, con Stef che si buttava farina addosso sul grembiule solo per far finta di essere una gran cuoca e io che cercavo di far quadrare i conti, mentre lei schiacciava la farina nella cup anzichè farla diventare rasa (mioddio il mio italiano, peto venia) con l'interno del sacchetto. Strano ma vero ho (ri)scoperto che mi piace il burro d'arachidi, ma solo quello di Peter Pan, quello che compriamo di solito piace solo a Stef. L'impasto doveva riposare per tre ore, così nel frattempo Stefani mi ha obbligata ad aiutarla (aiutare non è la parola giusta, perchè alla fine li ho fatti io e lei mi ha solo dato una mano) a fare anche i chocolate chip cookies con una ricetta per 4 dozzine. L'impasto dei chocolate chip cookies era una bomba, davvero buonissimo e anche da cotti non erano niente male. Abbiamo così fatto una cosa come 120 biscotti, perché la ricetta per i chioccolate chip cookies era per 4 dozzine, mentre quella per i peanut buttare cookies era per 6 dozzine. Giuro che cucinarne così tanti è stato abbastanza estenuante e non ho praticamente riposato un minuto; ad un certo punto sono anche diventata un’automa nel fare palline, metterle sulla placca del forno, infornare e impostare il timer, mi sarei letteralmente sparata. Durante tutto questo ho però fatto anche Skype con mia sorella Francesca, per un paio d’ore buone. Mi fa venire voglia di andare all’università sentirla, ma se ripenso all’inferno della maturità mi passa la voglia di venir promossa in quarta superiore: seriamente ma perché non aboliscono l’esame di Maturità, cioè ditemi voi a cosa serve darvi un numero! Che se poi ci penso qua i senior sono i più scansafatiche di tutti, trovano sempre la scusa buona per perdere giorni di scuola e comunque a parte i fantomatici 24 crediti che ti servono per diplomarti e le ore di volontariato, qua la scuola è abbastanza easy. Direi easy easy easy; già partendo dal presupposto che si è automaticamente ammessi alla classe successiva si può dedurre la loro preparazione liceale. Comunque stavamo parlando di biscotti… Dopo i biscotti (cioè alle 18.30) mi sono finalmente seduta sul divano e mi sono addormentata ahah, mentre Stef (ancora pimpante, perché si era svegliata alle 10) giocava correndo da tutte le parti, inseguita dai cani. Inizio ad odiare il nuovo cucciolo di Labrador nero che Amy ha ricevuto per Natale, un giorno mentre ero a scuola mi mangiato tutto il cavo del caricabatterie del Mac, non potete immaginarvi il nervoso soprattutto quando sembrava non andare più. Tutto è bene quel che finisce bene. 
Martedì sinceramente non mi ricordo esattamente cosa ho fatto, a parte continuare il packet di Skipper.
Mercoledì era la Vigilia e insomma, le feste italiane non le batte nessuno. Immaginatevi tutto il cibo che le donne della vostra famiglia iniziano a preparare almeno con 4/5 giorni di anticipo, gli antipasti, i tortelli di zucca (amati tortelli di zucca!!!), e tutti i manicaretti che mangiate qualsiasi essi siano, ecco la Vigilia americana non regge assolutamente il confronto, ahimè. Prima di uscire a “cena” (cenare alle 16.00 del pomeriggio dovrebbe essere illegale), ho fatto FaceTime con Janet per gli ultimi accordi per il viaggio e per farle gli auguri; non vedo l’ora di vederla, l’ultima volta che è venuta in Italia era il 2006 e il mio inglese non era un granché (ma fare Skype con lei una volta al mese mi ha aiutato parecchio in questi anni) e così dopo quello che definirei un tour de force per prepararmi ho fatto Skype con i miei parenti riuniti a casa di mia zia per il cenone della Vigilia. Ho avuto l’onore di essere proiettata su un televisore di 173278482204 pollici, con grande stupore dei miei nonni che quasi non ci credevano. Mi hanno aggiornato sulle ultime novità della nostra famiglia, perché noi siamo peggio della famiglia de “Il mio grossa grasso matrimonio greco” e insomma sostanzialmente non è cambiato proprio nulla, considerando che mio nonno è sempre il solito vanitoso.  
Siamo usciti di casa alle 15.00 per andare a prendere la mamma di Amy a Panama City e poi siamo andati a mangiare al Giapponese, quello in cui ti cucinano davanti. È stato visivamente bello da vedere  e gustativamente nella media, in una media bassa, ma ok. In America è tradizione aprire un regalo alla Vigilia e poi tutti gli altri il giorno di Natale, così Amy e Steve hanno dato a tutti noi quello che per loro è il regalo tradizionale della Vigilia: ornamenti per l’albero di Natale. Qualche tempo fa Amy e Stef erano andate a New Orleans perché Stefani dove recitare in un film e così, mentre facevano un giro nel French Quater, hanno preso gli ornamenti di Natale di quest’anno che mi ricordano moltissimo le maschere veneziane. Sono bellissimi. Poi mi piace la loro idea di vedere l’albero di Natale come un albero di ricordi ed infatti ogni pallina o altro ornamento è un segno particolare di qualcosa che hanno fatto, di una ricorrenza, di un’età raggiunta, o più semplicemente di quell’anno specifico; va beh poi hanno anche un sacco di ornamenti dei Georgia Bulldogs, ma quelli sono dettagli hahah! Dopo la cena a cui c’era anche Bryan, il miglior amico di Steve e padrino di Stefani, siamo andati a messa (sottolineerei alle 18.30). Strano, ma vero (e chi mi conosce può testimoniare che il vecchio don della nostra pastorale giovanile mi chiamava eretica pagana) mi è mancata la messa di mezzanotte, quella a cui vai controvoglia dopo esser stata al cenone, quella a cui vai a piedi perché abiti a due passi dal duomo e ti maledici perché indossi un vestito con le calze 20 denari quando fuori fa un freddo polare, quella a cui devi arrivare con almeno mezz’ora di anticipo perché altrimenti ti tocca stare in piedi e i tuoi piedi ti uccidono sempre, quella a cui ti siedi con gli amici di sempre e chiacchieri sopportando le occhiatacce dei vicini di banco. Sì, mi è decisamente mancata, soprattutto vedendo quanto corta sia stata qui: credo che sia durata poco più di mezz’ora, deludente; l’unica cosa bella è stata quando si sono spente le luci e abbiamo acceso le candele, ma poi basta. Non vedere le persone fare la comunione, anche se io in primis non la faccio per un mio principio, mi ha fatto sentire la desolazione di quella che dovrebbe essere una cosa bellissima, se la vivi come la vive il mio amico Belle. Non ha senso dire Happy birthday Jesus (che poi vagliela a spiegare che è solo una data fittizia relativa al sole invitto, usata dai primi cristiani per non venir perseguitati durante un momento di festa religiosa), se poi il giorno in cui dovresti commemorarlo non fai nulla di speciale. Neanche la band che di solito canta in chiesta c’è stata, nulla, niente, altro che coro di San Sebastiano con la mia profe di inglese che canta in assolo le strofe principali!
Dopo la messa abbiamo salutato alcuni nostri amici di famiglia e siamo tornati da Bryan dove ci siamo scambiati i regali: ho ricevuto un gif card da 30$  e mi sono sentita terribilmente in colpa quando io gli ho semplicemente fatto dei biscotti :(((
Una volta tornati a casa sono stata un po’ a polleggiare sul divano e, dopo aver preparato il reindeer food e il latte con biscotti per Babbo Natale sono andata a letto, stanca morta. 
A Natale mi sono svegliata prestissimo (tipo alle 6.30) perché bisognava aprire i regali e Stefani non stava più nella pelle. Così , non appena è arrivata Donna la mamma di Amy, li abbiamo aperti con Steve che fungeva da Babbo Natale consegnandoceli. Ho ricevuto un sacco di cose: un pigiama con gli shorts che hanno i coni di gelato (giusto perché la mia mai fa il gelato), un completo di yoga pants e canottiera, trucchi, una tazza con un albero di Natale, una travel mug di metallo di Starbuck’s, calzini con le dita, una maglietta del french quarter di New Orleans con dei pantaloni capri quasi verdi flou di maglia sempre con la scritta New Orleans, due paia di orecchini, un mini calendario settimanale di Mickey Mouse, delle caramelle, e poi la stocking con dentro dei wafer al cioccolato, un pennello per il fondotinta liquido, delle skittles (perchè Amy sapeva che non le avevo mai mangiate), una gif card da 15$ su iTunes, dei fazzoletti particolari, un mini panettone, un burro cacao al profumo di candy canes davvero yummy! A loro avevo preso i regali un bel po’ di tempo fa: ad Amy avevo preso un ciondolo di cristallo di Swarovski, alla mamma di Amy ho regalato 2 vasetti di scrub (profumazioni diverse), a Stefani ho comprato una felpa da Justice che è una figata è tutta zebrata con il cappuccio che ha la criniera rosa fluo, gli occhi e i muso, a Steve del caffè italiano della Lavazza e poi come regalo collettivo gli ho fatto un pacco di cibo (che però secondo me a parte i chinare cioccolato non mi sono sembrati apprezzare molto… ). Dopo aver aperto i regali ho fatto velocemente skype con la famiglia di mia mamma e la mia famiglia, riunita tutta a casa di mia zia per il pranzo. È stato divertente vedere mia cugina Giorgia tutta sconvolta perché mi vedeva attraverso uno schermo e non in carne ed ossa, ahaha. Dopo questo Skype veloce abbiamo fatto colazione con cinnamom rolls o pumpking spice rolls e poi di nuovo polleggio generale, mentre io mi preparavo un po’ la valigia per l’indomani (ragazzi pesava 45 pounds, sono proprio al pelo!), Amy dopo un po’ si è messa ai fornelli e per l’una circa abbiamo iniziato a mangiare: c’erano Macaroni ’n cheese, roasted ham, patate au gratin, fagiolini verdi, mais dolce, patate dolci in una bagna di acqua, zucchero di canna, noce moscata e cannella (troppo dolci), dinings rolls con burro, fagioli al forno con bacon. Per dolce una semplice torta con frosting al burro. Non è stato certamente il tipico Natale italiano, ma mi è piaciuto e mi sono sentita a casa e non ho sentito troppo la mancanza della mia famiglia naturale.
Stamattina mi sono alzata ho fatto gli ultimi preparativi per la valigia e mi sono preparata per partire alle 15 perché dovevamo fare un paio di giri prima di andare all’aeroporto. Arrivata all’aeroporto, imbarcato la valigia, salutato la mia hfamily, superati i controlli (e non so perché io non capisco mai niente di quello che mi dicono al metal detector, MAI) e poi mi sono avviata al gate. Volo per Atlanta tranquillo, quasi pure in anticipo ed io, inizialmente preoccupata perché ‘aeroporto di Atlanta è lungo 17 km e io dovevo prendere una coincidenza in meno di un’ora, ho tirato un sospiro di sollievo quando ho scoperto che l’altro aereo era nello stesso terminal a soli 10 gates di distanza, mamma mia che fortuna! Cenato con uno smoothie e poi mi sono quasi subito imbarcata per Phoenix dove sono attualmente Up in the Air con il naso incollato al finestrino perché amo viaggiare in aereo di notte, lo trovo mille volte più rilassante, non so perché. 
Mi sento felice e allo stesso tempo anche un po’ malinconica perché per quanto voglia tornare indietro questa esperienza è quasi al capolinea e non posso riavvolgere il nastro per cambiare molte cose, Dio solo sa quante!


Un pesos,
Ale

“Certe cose dovrebbero restare come sono. Dovreste poterle mettere in una di quelle grandi bacheche di vetro e lasciarcele. So che è impossibile ma è un gran peccato lo stesso.”
[cit. J.D. Salinger]

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