"We are put on this planet only once, and to limit ourselves to the familiar is a crimine against our minds." [cit. Roger Ebert]


lunedì 24 novembre 2014

It's me, the Equlibrist

Okay, sono due settimane che non scrivo... Vi chiedo venia, ma ultimamente non sono ispirata e ora sono tendenzialmente proiettata a scoprire il più possibile su alcune università in Gran Bretagna che potrebbero interessarmi...

Sarà che ora ho tutto il tempo del mondo per scrivere, ma io mi ammazzo dalla noia... Dio solo sa quanto sia felice di essere in una nuova famiglia, anzichè con Tom e Melissa, a quest'ora sarei già morta dalla noia, in casa da sola, con gente che arriva a casa dopo le 17/18 e che comunque non ti fa neanche un sorriso.
Ieri (aka settimana scorsa due settimane fa) è (possibilmente) stata la giornata più da "c'ho le palle girate" da quando sono qui; voglio far notare, soprattutto alle mie care amiche, che da quando sono qui non sono quasi mai stata acida. It's a miracle, folks! Non è stato niente di che, ci è voluto proprio poco per farmi scattare e anche se sto scrivendo a distanza di una settimana mi ricordo di cosa si tratta e si è risolto tutto soltanto un paio di giorni fa... A volte migliaia di chilometri di distanza non aiutano assolutamente e anzi peggiorano solo le cose. Per i futuri exchange: preparatevi all'altalena di sentimenti contrastanti che proverete di continuo; non sono mai stata una persona emotiva in pubblico eppure da quando sono qui mi è già capitato più volte di avere le lacrime agli occhi mentre ero a scuola.  Così  martedì scorso da bella giornata perchè era vacanza sono passata ad un buco nero. ODIO quando sono così emotiva, ma ovviamente, proprio come le donne incinta, non posso controllare le mie emozioni.
Le settimane trascorrono tranquille, i giorni passano veloci e sono approdata nella fase ""odio l'America e gli Americani" perchè sì ci sono certe cose che proprio non riesco a sopportare e altre invece di cui ora non potrei fare a meno. Sono entrata completamente nella routine scolastica e ormai a scuola mi annoio pesantemente: chi non fa quest'esperienza non può capire quanto siamo fortunati ad essere cresciuti in Italia. Il nostro livello di istruzione, la nostra cultura, il nostro rispetto (seppur controverso in diversi ambiti), la nostra educazione sono tutte cose che cui mancano e fanno sentire la loro mancanza.
Odiavo l'Italia e tutto quello che avesse una parvenza di italianità, ora invece ho capito che l'Italia è il mio angolo di mondo (per il momento). Ci sono tante ma proprio tante piccole cose che mi fanno odiare l'America: i cibi grassi e non nutrienti che ti lasciano con la fame (provare per credere), la superficialità di alcune persone, il fatto che qui i rapporti interpersonali non hanno importanza, uscire con la gente e vedere che quello che preferiscono fare anche quando sono in compagnia è stare attaccati al telefono.
Sono felice di essermene andata dall'Italia, da sola senza nessuno che fosse lì a stringermi la mano nei momenti brutti. Ho allentato la presa, ho iniziato a prendermi molto meno sul serio, ho imparato a lanciarmi, a PARLARE (e non in senso lato, da quel punto di vista parlo anche troppo ahaha), ho imparato ad essere una versione completamente diversa di me stessa e forse anche più cazzuta di prima, se mi lasciate passare il francesismo.
Ho lasciato l'Italia per partire e andare alla ricerca di qualcosa, un qualcosa che forse ho trovato, forse no, ma c'è ancora tempo. Sono perfettamente consapevole che la gente preferirebbe sapere che cosa faccio durante le mie giornate, ma sono sempre stata una persona introspettiva e analitica e alla fine della giornata mi piace ricordare ciò che ho provato, piuttosto che sapere cosa ho fatto con chi e a che ora l'ho fatto, per quello ho un'app sul telefono...
 Così vi dico che quello che provo è qualcosa che non ho mai provato prima, un po' sono stanca di essere qua e per me è sempre stato così (forse il fatto che sono un'ariete incide su questo mio aspetto) fin da piccola: sono sempre focalizzata al massimo su qualcosa fino a quando non inizia a diventare un'abitudine e quindi sento il bisogno fisico di sconvolgere di nuovo la mia routine. Come ho detto a qualcuno la prima settimana che ero qui sono apatica, ma con i coglioni: come sono sempre stata insomma, Alessia la dura. Allo stesso tempo anche se non mi sento cambiata, mi chiedo se io non sia diversa ora, una nuova versione di me. La cosa di essere cambiata mi spaventa perchè io amavo la mia vecchia me, quella del sorrisetto acido e sprezzante, quella sono io, la ragazza aspra. Ho paura di essere cambiata e di non riuscire più a fare quello che facevo prima, di non "piacere" (diciamo la verità che io non piaccio, o mi odi o mi odi ahah) più e di non essere più abbastanza. Cosa succede se io cambio e tutto rimane uguale intorno a me? Come faccio a "fit the situation" (ODIO scrivere in inglese sul blog, ma non mi vengono più le parole ahimè) di nuovo? Nuova me, ma vecchie abitudini. Sarà di nuovo un salto nel vuoto, forse peggio di quello che ho già fatto, perchè significa tornare in una situazione abbandonata perchè non mi piaceva più. Sono spaventata.
Mi sento tra due fuochi e l'unica cosa che mi sento in vena di fare è progettare qualcos'altro per fuggire, esplorare di nuovo di sconosciuto e vedere cos'è più adatto a me. Sapete, mi sono sempre fatta domande esistenziali fin da quando andavo all'asilo: mi ricordo che a 4 anni ho chiesto a mia mamma perchè io fossi nata, chi l'avesse voluto e perchè mi trovassi lì; è lo stesso male di vivere che mi spinge a cercare sempre nuovi obbiettivi e orizzonti, mi sento "sbagliata" dove vivo. È tutta colpa di mio nonno Arturo: da ingegnere idraulico ha viaggiato per il mondo, ha incontrato Pinochet e ha cenato con Rita Levi Montalcini solo per farvi alcuni esempi, quando ero piccola sapevo che quello che avrei dovuto battere in famiglia era lui, e così sono diventata dannatamente competitiva (e a volte sto male per questa cosa), e ancora oggi so che voglio fare quello che ha fatto lui. Voglio viaggiare, incontrare nuove culture, nuove persone, crescere e imparare, ma soprattutto voglio avere successo. Badate bene non il successo che tutti intendono. Quello è il tipo di successo che volevo due anni fa (che in parte ancora voglio, ma come tutti del resto), ora voglio realizzarmi, voglio poter guardarmi allo specchio un giorno e vedere un sorriso dannatamente beota stampato sul mio viso, quel sorriso che ti fa dire "è proprio qui che dovrei essere in questo momento, è questo ciò che sono destinata a fare e che mi rende così felice".  Sì perchè io nel Destino ci credo. Da questo punto di vista appartengo al mondo classico greco, quello in cui le persone pensavano che Zeus e gli altri dèi dell'Olimpo avessero qualcosa in serbo per loro. Ma allo stesso tempo come i Romani sono fermamente convinta che bisogna lottare per ottenere ciò che si vuole. Non sarei qui se non avessi lottato, se non avessi stressato così tanto mia mamma fino a quando non si è definitivamente arresa. È questo che mi piace di me e che ho paura di aver perso: essere a cavallo di due mondi e due personalità diversa, come un'equilibrista sospesa su una fune a decine di metri da terra. E se ve lo steste domandando sì sono strana, molto strana. Ma vi dirò di più: io mi piaccio così, perchè posso essere camaleontica quanto voglio, sebbene non mi piaccia cambiare punto di vista. E sì sono maledettamente contraddittoria, ma credo che l'aveste capito dal momento in cui avete letto per la prima volta il mio blog, giusto?

Un besos,
Ale


"Forse che mi contraddico? 
Benissimo, allora vuol dire che mi contraddico, (Sono vasto, contengo moltitudini.) [...]"
[cit. Walt Whitman]


P.S. sono perfettamente consapevole che si tratta di un post senza senso, ma a volte ho semplicemente bisogno di scrivere ciò che mi passa per la testa...
Abbiamo ormai superato le 10'000 visualizzazioni, grazie grazie mille a tutti quelli che mi seguono o che semplicemente ogni tanto finiscono qui, non sapete quanta soddisfazione mi date! ;) 

giovedì 6 novembre 2014

White Clouds in my heart

Sono appena tornata da scuola e mi sono ritrovata davanti a questa pagina bianca. Come sempre Nuvole Bianche in sottofondo. Credo che ormai sia quasi diventata la colonna sonora di questo blog e la mia coperta di Linus quando sento che il mondo mi sta crollando addosso. Leggete questo post con le note di Einaudi e capirete perchè ho scritto ciò che sto scrivendo.
Mi restano ormai  poco più di tre mesi. Alla fine è stata una mia scelta non allungare e rimanere fino a Giugno: avevo troppa paura delle conseguenze e a dirla tutta qui non sono sempre rose e fiori!
È già passato molto tempo ed io mi sento ancora come fosse il primo giorno di scuola: fuori posto, nervosa e in qualche modo distante.
Prima di partire sognavo la mia nuova avventura in tutti i minimi dettagli, come quando, piccini piccini, si sogna il lavoro che faremo da grandi. Mi ricordo che la voglia di partire mi attanagliava le viscere, non riuscivo a stare concentrata e studiare era diventato impossibile: pregavo che la famiglia mi arrivasse il più tardi possibile perchè altrimenti avrei finito per non studiare più ed essere rimandata a Settembre.  Poi è arrivata l'estate più strana della mia vita, molte persone sono uscite di scena ed alcune sono entrate; in certo qual modo mi sentivo a posto, completa e felice: ero riuscita a scrollarmi di dosso ciò che prima non accettavo di me stessa. È stata un'estate sensazionale, un'estate che ho assaporato come non mai e che mi ha fatto fare pace con me stessa e con il mondo. Ho pianto, ho riso, ho approfondito alcune persone, mi sono messa in gioco e l'ho vissuta fino alla fine. Forse la certezza che dovessi partire, impacchettare le mie cose, prendere un aereo diretto all'altro capo del mondo e dire "addio" a chi lasciavo dietro di me, mi ha fatto assaporare ogni istante, a tal punto che alla fine non sarei più voluta partire. O meglio avrei voluto partire, ma non avrei voluto lasciare a metà molte cose. E questa situazione mi si è ritorta contro.
Alla fine sono partita e mi sono messa a nudo: tutta la mia timidezza, le mie paure, le mie insicurezze e i miei problemi; mi sono messa in gioco perchè IO  sono Grande, capite?
Sono quasi tre mesi che sono qua eppure mi sento ancora come al punto di partenza. Non potete capire quanto mi senta sfigata quando parlo con gli altri exchange italiani e li sento raccontare dei moltissimi amici che si sono fatti. Io non credo di averceli tutti questi amici, anzi ne sono sicura. Si sono cresciuta e sono diventata una persona diversa, sempre la stessa ma con qualche crepa in meno forse. No non sono così popolare e non mi sono mai sentita parte integrante di un gruppo. Badate bene che non mi sto lamentando della mia situazione, sono sempre stata un lupo solitario, solo non pensavo che la mia timidezza avrebbe rappresentato un ostacolo così impegnativo da superare. Li invidio, li invidio sì quei ragazzi che riescono a sedersi a un tavolo di perfetti sconosciuti, presentarsi e attaccar bottone con nulla: se va bene io mi soffoco con la saliva.
Mi sono sempre considerata senza radici, e in parte lo sono, ma ora so cosa significa casa. Casa non è qui, anche se avrei voluto con tutta me stessa che potesse diventarlo, casa è dove ci sono il mio babbo, mia mamma e mia sorella Francesca, casa sono le mie amiche, quelle che cui parli di tutto, discuti, ti punzecchi, quelle con cui litighi e con cui poi ti chiarisci perchè sono amiche vere, quelle stesse amiche che ti scrivono giorno si e giorno no, quelle che ti chiedono se la pertosse ce l'hai ancora, quelle amiche che sono disponibili ad ascoltare i tuoi problemi anche se probabilmente il giorno dopo si piglieranno un quattro a causa tua. Casa è in Italia, anche se ammetterlo è stata dura. Mi vedo ancora all'estero nel mio futuro, probabilmente non smetterò mai di farlo, ma sono grata di essere nata in Italia e di aver vissuto la mia adolescenza lì: abbiamo tantissimi problemi, molti dei quali non proviamo neanche  risolverli, ma siamo un paese con una tale bellezza, una tale cultura e un tale livello di istruzione che ci permette di essere individui pensanti che ci rendono davvero davvero fortunati. Io in primis perchè ho avuto l'irripetibile possibilità di partire da un paese che odiavo, arrivare in paese che credevo di amare e rendermi conto che le cose funzionano al contrario. E devo ringraziare la mia famiglia per questo: perchè sono stati così poco egoisti da lasciarmi andare a 17 anni a capire chi sono e chi voglio essere.

Il problema forse è che ho lasciato troppe cose e troppe persone in sospeso quando me ne sono andata e ora mi chiedo come sarebbero potute andare le cose. Non rimpiango assolutamente di essere partita e lo rifarei altre mille volte, ma mi rendo conto che forse la mia personalità e il tipo di persona che sono (diventata) non sono esattamente l'ideale per intraprendere quest'avventura. Non sto cercando di lagnarmi di quanto non veda l'ora di tornare perchè non è così, ma pensare di tornare a Gennaio e riprendere la mia vita mi suscita emozioni contrastanti: da un lato sarei voluta rimanere fino a Giugno, uscire definitivamente dal mio guscio, combattere con il coltello tra i denti per ottenere ciò che voglio e soddisfare pienamente il mio senso di competitività con me stessa; dall'altro se penso a quando riabbraccerò la mia famiglia, tornerò alla mia cameretta con le pareti gialle (che nella Psicologia viene considerato il colore con cui gli individui etichettano l'essere grasso - Pari e Stefano docent - e sono gialle perchè da piccola ero la cicciottella di turno, questo spiega molte cose...) e i libri che arrivano fin quasi al soffitto,  ritornerò da Mutty per i nostri Ape con l'Ugo e alla mia quotidianità non posso che farmi sfuggire un sorriso.
Ci ho provato e ci sto provando a (ri)trovarmi a scuola, ma forse il problema è che questo è il posto sbagliato per me: non potete portare un lupo delle nevi al mare, così non potete portare Alessia in Florida.
In un certo senso poi mi sento come di aver sprecato un mese e mezzo della mia esperienza stando nella famiglia sbagliata, come se iniziare con il piede sbagliato mi abbia portato a una serie interminabile di errori. Solo ora sto cercando di rimediare agli sbagli commessi e riesco a fare tutto questo solo perchè alle spalle ho qualcuno che mi apprezza. Pensavo di non aver bisogno di nessuno, una volta lontana da casa, ma tutti hanno bisogno anche di un semplice incoraggiamento. E non aver ricevuto l'appoggio necessario all'inizio di quest'esperienza mi ha condizionato profondamente. A tal punto che spesso ora, quando ci penso, mi monta la rabbia perchè mi rendo conto che non me la sto vivendo al massimo o come avrei voluto, e mi da fastidio perchè questa è l'unica possibilità che ho e in un certo qual modo la sto sprecando. Purtroppo è più forte di me, non riesco a migliorare la situazione con poco: io ho bisogno di TEMPO. Ecco perchè volevo prolungare, volevo dimostrare qualcosa a me stessa e volevo anche far vedere agli altri che fantastica persona hanno (forse) davanti. Chi non è exchange student non provi a capire, perchè, credetemi quando lo dico, non sareste in grado di capirlo.
Può sembrare dai miei post che io sia triste o depressa, ma, ancora, non lo sono assolutamente. Sono felice qui, ma semplicemente ho capito che questo non è il mio posto. Per lo meno non la Florida, la Florida no di certo. Non sono una Beach Girl.
Mi sento così come all'inizio: l'Italia è lontana anni luce da qui, impalpabile, mentre l'America, anche se ci sono dentro, non è  l'American Dream che mi aspettavo.
Voglio dare un consiglio a tutti i futuri exchange: se siete in dubbio buttatevi e iscrivetevi al programma. Non vi dirò quanto figo sia partire ed essere soli per un lungo periodo, ma vi fa crescere: vi fa maturare, vi fa capire chi eravate, chi siete e chi diventerete. Forse alcune di quelle persone che, come me, erano sicurissime di voler partire non stanno vivendo la propria esperienza come avrebbero voluto: è colpa nostra; partite senza aspettative e sarà qualcosa che davvero vi capiterà una sola volta nella vita. Anche se non va come volete voi, fatene tesoro, perchè nessuno avrà passato ciò che avete passato voi. Ridete, siate felici, piangete e disperatevi: qualcuno dice che la vita è un dramma, affrontatelo con un sorriso stampato in faccia e, credetemi, non ci sarà soddisfazione più grande. Confrontatevi, chiedete aiuto, fatevi vedere rotti, apritevi e poi chiudetevi subito a riccio, non temete di diventate bipolari o paranoici. Immortalate la vostra esperienza, create ricordi. Ma soprattutto vivete questa fantastica esperienza: che la viviate a mille o a molto meno non importa, ma fate in modo di viverla.

Un besos,
Ale


"Può essere una goccia, ma è come l'oceano."
[cit. Tiziano Terzani]

martedì 4 novembre 2014

On the Road

Ebbene la nuova regina dei ritardi è tornata sul pianeta delle connessioni veloci!
Come ve la passate? Io abbastanza bene, sempre (ovviamente) tra alti e bassi...
Sto facendo una fatica bestia a continuare ad aggiornare e forse è dovuto al fatto che voglio sempre scrivere post lunghi, con del significato e e riflessivi. Sono fatta così: a differenza di molti altri non mi piace parlare di quando sono felice, ma sono un fiume in piena quando devo lagnarmi dei 120493487276476503853 problemi che ho! Abbiate pietà di me, povera ragazza bipolare all'altro capo del mondo: siate comprensivi insomma!
L'ultima volta vi avevo lasciati a DisneyWorld, giusto? Sono passate praticamente 3 settimane e mi sento un po' tanto pigra a non aver più aggiornato con notizie fresche di stampa...
Questa settimana è stata un tour de force (o come cavolo si scrive...): due domeniche fa abbiamo scoperto che Stefani era stata selezionata per fare la comparsa in un film con Halle Berry a New Orleans. Si, avete capito bene: NEW ORLEANS a 6 ore di macchina da Panama City Beach! IO odio viaggiare in macchina, motivo per cui, avendo un camper, ho sempre passato tutto il tempo a dormire nel letto in mansarda dei miei.
Così il lunedì dopo scuola Amy mi è venuta a prendere direttamente a scuola e siamo partite alla volta della Louisiana. Eravamo solo io, Stef e Amy perchè Steve era in Minnesota per lavoro come gli capita ogni 2/3 settimane circa. All'andata ci siamo fermate a fare "merenda" da Mc Donald's e ho preso un milkshake al cioccolato che non prenderò mai più: dio solo sa quanto era dolce, bleah! Nel tragitto ho dormicchiato un po', abbiamo chiacchierato molto anche perchè Amy è una molto giovane e poi dato che la musica della radio faceva letteralmente schifo abbiamo iniziato ad ascoltare la musica sul mio MacBook e a cantare a squarciagola, a un certo punto poi Stef ha cominciato a cantare una canzoncina che ci ha perseguitato per i 2/3 giorni successivi e per onorare questa canzoncina ci siamo fermate da KFC per cena. Mi ricordo quando in Inghilterra l'anno scorso alcuni miei compagni dicevano che KFC era una bomba: a me ha fatto abbastanza cagare... Dopo circa 5 ore e 1/2 siamo finalmente arrivate in vista di New Orleans e ho finalmente capito una cosa: appartengo alle città grandi, quelle smisurate, senza intermittenza, quelle in cui non distingui l'area urbana da quella suburbana; mi piace l'idea di trovare vita alle 3 del mattino e di poter trovare gente che è totalmente diversa da me eppure essere così simile a me. Mi affascina la diversità e allo stesso tempo le somiglianze che la diversità raccoglie in sè.
Arrivate a New Orleans ci siamo perse. Per me nulla di nuovo, se sei  una/un (ex) camperista come la sottoscritta non ti fai mille problemi e ci ridi anche su, ma Amy e Stefani hanno iniziato a urlare dalla paura. Cioè insomma sono io quella che viene da un paese di 20'000 anime, mica voi che abitavate ad Atlanta! Fatto sta che io me la ridevo sonoramente mentre loro stavano parecchio in para: conosco qualcuno che nella stessa situazione sarebbe stata ancora più in para, ma dettagli ahah (vero E.?) Siamo quindi uscite da Downtown Atlanta e ci siamo finalmente dirette all'albergo. Ero stanca morta, ci siamo fiondate in camera e sono letteralmente sprofondata nel letto!
La mattina ho fatto colazione con un mega waffle in albergo e poi sono tornata in camera perchè tecnicamente non sarei potuta andare sul set con Amy e Stef. Avevo programmato la mia mattinata e avevo intenzione di fare un paio di cose, ma come al solito mi si scombussolano sempre i piani e tutto perchè sto diventando pigrissima, accidenti! E puntualmente quando non combino nulla poi mi girano sempre le scatole! Comunque alla fine non è stata una giornata infruttuosa (si dice così giusto?!?) e Amy, dopo aver notato che c'erano più di un genitore per ogni bambino, mi è venuta a prendere e mi ha portato sul set. Mentre ci avvicinavamo al parco dove stavano girando mi sono detta: "ebbene sì sei proprio in America in cui ogni angolo è utile per un ciak!". È stato davvero strano e surreale allo stesso tempo! Ho avuto la possibilità di vedere Halle Berry da vicino e sì, se ve lo state chiedendo, è una gnocca pazzesca! E la cosa si fa ancora più grave perchè è una gran gnocca anche quando addenta voracemente un donut; io sembrerei l'antitesi della bellezza se stessi addentando un qualsiasi genere alimentare... Amy e Stef sono state sul set dalle 8.30 fino alle 17.30 mentre io sono arrivata verso le 13.00: volevo morire, faceva un caldo allucinante e mi sentivo sudaticcia, bleahhhh
C'è un però, però: mamma mia quanti fighi giravano per il set! E non sto parlando di attori o aspiranti tali, ma di addetti ai lavori e ragazzi della produzione, ce n'era uno che mi ricordava il pirata di "Once Upon a Time" con due occhi azzurri pazzeschi ma molto molto molto più bello! Volevo chiedergli se faceva una foto con me, ma quando ho preso coraggio è scomparso! :((((
Alle 18.00 siamo partite per tornare a PCB, ma prima ci siamo fermata a fare benzina (ho comprato il mio Arizona green tea: yeahhh!) e poi a mangiare da Taco Bell. Il viaggio di ritorno non è stato lungo, dippiù!! Alle 21 ci siamo dovute fermare da Starbuck's per una dose quasi letale di caffeina, perchè altrimenti non ce l'avremmo fatta e ovviamente mi sono presa il frappuccino più grande che avessero: io il caffè lo amo, ma se non è un espresso dopo le 12.00 non riesco più a berlo, poi qui ti scotti sempre la lingua e non mi va proprio di andare in giro con la lingua bruciata! Siamo arrivate a casa che era l'1 e mi sembrava di essere uno zombie, ma poco male perchè il giorno dopo Amy mi ha lasciato stare a casa e quindi ho dormito un po' di più, se non fosse che quello stronzo del vicino ha iniziato a fare casino alle 8.00 di mattina!
Sono tornata a scuola giovedì e un paio di ragazze di Us history, Carson e Tiffany, mi hanno chiesto dove fossi stata e mi hanno detto welcome back! Mi piacciono e sono anche molto carine, ma non so perchè non riusciamo mai a mangiare insieme a pranzo o a uscire. Devo imparare a buttarmi di più, decisamente!
Giovedì sono tornata a casa e sono andata a correre perchè dovevo dimostrare qualcosa a me stessa e, dato che non mi hanno preso nella squadra di basket perchè faccio solo i sei mesi e la stagione finisce a febbraio, devo iniziare a muovermi anche perchè non sono più nella "Nikken Wellness/Gluten free home" e grazie al cielo! Ma proprio perchè qui da Amy e Steve c'è cibo devo fare sport per non ingrassare. Dopo essere andata a correre ho fatto Skype con Michael e Elaine, i miei hostgrandparents (sono i signori che hanno ospitato i miei nel '94), e mi hanno ribadito che non posso tornare in Italia senza andarli a trovare e Michael mi ha detto che per avermi tutta per loro per qualche giorno sono disposti a pagarmi i biglietti aerei. Voglio loro davvero molto bene, perchè si sono sempre adoperati per me e mi hanno sempre ripetuto che per qualsiasi cosa sarebbero venuti qui se avessi avuto bisogno di loro. Se riesco ad andare a Phoenix sarebbe davvero il più bel regalo di Natale (stiamo pensando appunto ai primi di Gennaio).
Venerdì all'ultimo ho chiesto di fare Skype ad Arianna ed Enrica e mamma mia se mi mancano le mie amiche. Finchè non ci siete dentro non potete immaginare: non mi mancano, ma mi mancano. È più forte di me, paragono le mie amiche alle ragazze qui a scuola e c'è un abisso: dove la trovo una come Enrica?!? Con chi posso parlare delle cose di cui normalmente parlo ad Angelica?!? Chi potrebbe iniziare a chiamarmi Zoe così di punto in bianco come Marta?!? Chi si dispererebbe con me come fa sempre Alice, perchè in mate non sappiamo fare un tubo, ma intanto ridiamo come idiote?!? A chi potrei fare frecciatine acide alla mattina alle 8.00 se non ad Arianna?!? Dove la trovo una con cui fare l'idiota e la cretina come la Giuls?!?
Ho parlato con le mie ragazze e non vedo l'ora di riabbracciarmele tutte quando torno! Seriamente ragazze dovete offrirmi un mega Ape da Mutty con balla per festeggiare!
Non sono andata a fare Trick or Treat perchè inizialmente saremmo dovuti partire per andare ad Atlanta venerdì e quando mi hanno detto che saremmo partiti sabato era ormai troppo tardi e sono rimasta a casa a rilassarmi, anche perchè per essere in Florida venerdì sera faceva abbastanza freddo!
Sabato alle 8.30 eravamo in macchina alla volta di Atlanta, ma prima ci siamo fermati a St. Andrews a fare colazione alla Bagel House. È un posto fantastico: preparano loro stessi la pasta dei bagels (ed essendo in America è una cosa più unica che rara) e hanno millemila gusti diversi; inutile dire che ho preso quello ai mirtilli con formaggio fresco senza nulla dentro ed era davvero davvero yummy! Come al solito ho dormicchiato un po' e alla fine siamo arrivati a destinazione prima di quanto pensassi: ero parecchio scettica perchè Steve ha un pick up che dietro è minuscolo e per niente comodo se hai le gambe lunghe e credevo che quelle ore sarebbero state interminabili, invece sono passate abbastanza alla svelta. Siccome avevo visto su internet che ad Atlanta c'era Zara l'ho detto ad Amy e mi hanno portato a quel centro commerciale. Inutile dire che quando uno ha voglia di fare shopping puntualmente non trova mai nulla: that was me! Perdipiù la sera avevano prenotato in una steak house e di solito quelli sono i posti "chic" dove mangiare in America e dovevo avere qualcosa di pseudo-elegante da mettere e da Zara non c'era nulla che mi soddisfacesse. Alla fine sono entrata da J. Crew e ho trovato un paio di pantaloni neri che si potevano abbinare a un paio di cose che mi ero portata dietro in caso avessi dovuto attuare il piano di emergenza.
Siamo quindi andati a cena al Capital Grille all'ottavo piano di un bel palazzo in Downtown Atlanta dove si vedeva un bellissimo skyline. Per cena ho preso una Caesar salad, una Porterhouse steak con cavolini di Buxelles e bacon e Smash Potatoes (che solo smash non sono: ci mettono dentro di tutto e di più!); non ho mai visto una bistecca più grande di quella e difatti non sono neanche riuscita a finirla! Per dolce ho preso una cheesecake buonissima, fatta con la ricotta che sapeva DAVVERO di ricotta. È stata davvero una bella serata e mi ha fatto tornare in mente l'ultimo compleanno di mia mamma all'Esplanade e un po' il magone mi è venuto su, perchè anche se qui mi trovo mediamente bene l'Italia è casa, l'Italia è famiglia e certe cose mancano sempre, solo che a volte non si ha il tempo  materiale per realizzare che certe cose mancano davvero.
Dopo cena siamo tornati in albergo e siamo rimasti a guardare un po' di partite di football e poi abbiamo spento la luce per andare a "dormire": Steve soffre di apnea notturna e quindi russa peggio di una falciaerba; risultato: non ho chiuso occhio quasi tutta la notte! :((((
La domenica Stef aveva un incontro con un manager e pur potendo andare Amy mi aveva avvertito che sarebbe stata una cosa noiosa, così ho preferito rimanere in camera in albergo (questo incontro si svolgeva comunque in albergo) e ho fatto Skype con i miei genitori e la mia sis, che però ho visto solo di sfuggita perchè doveva andare a Gruppo. Ho supplicato mia mamma di prepararmi un mega pacco di cibarie da spedirmi, perchè qui tutto il cibo sa di plastica ed è 1847285877550843584350459858954 volte più calorico: voglio dei pomodori veri, cazzarola!!!
Dopo aver parlato con la mia famiglia mi sono preparata e abbiamo fatto il checkout e ci siamo incontrati con Priscilla, la loro prima exchange italiana. Hanno ospitato Priscilla quando si abitavano ancora in Georgia e lei ha trovato il ragazzo durante il suo anno lì: stanno ancora insieme. Mi ha scaldato il cuore vedere un'altra italiana e ancora di più vedere quanto un anno scolastico all'estero possa essere magico. Appena ci siamo presentate ci siamo strette la mano e siamo scoppiate a ridere! Abbiamo parlato un po' consapevoli del fatto che nessun altro potesse capirci e mi è sembrata proprio una ragazza molto alla mano e disponibile. Abbiamo mangiato da Cheesecake Factory (consigliatami da Destiny), ma ancora stra pieni dalla sera precedente, non abbiamo assaggiato le famose cheesecake (di cui avranno avuto almeno almeno 40 tipo diversi!).
Dopo un ultimo saluto a Priscilla (che ora si è quasi definitivamente trasferita in Georgia) e al suo fidanzato Nick (quello dell'high school: sono insieme da 3 anni ormai) siamo tornati a casa.
Una volta arrivata a Panama City Beach sono scesa dal pick-up e quasi non cado per terra: non ho mai avuto le gambe più anchilosate di così e pure un maldischiena così forte che neanche l'oki è riuscito ad affievolire. Fatto sta che appena entrata in casa, mi sono buttata sul letto e nel giro di 10 min ero già sprofondata nelle braccia di Morfeo.

Un besos,
Ale


"Leggi il volo della tua freccia se vuoi sapere il tuo futuro."
[cit. Alessandro Baricco]

P.S. Questa citazione la dedico a mia sorella Francesca: ti voglio bene e ti auguro che questa nuova avventura sia quello che desideravi. Mi manchi e vorrei che fossi qui con me adesso, perchè sei l'unica persona di cui, anche se litighiamo furiosamente, mi importa davvero davvero tanto.
Fagli vedere chi sei Francy! Un abbraccio grande grande grande :)))))