"We are put on this planet only once, and to limit ourselves to the familiar is a crimine against our minds." [cit. Roger Ebert]


mercoledì 2 luglio 2014

Already finished, but not yet started

Queste ultime settimane sono state strane, stranissime. Mi sono lasciata alle spalle qualcosa di importante e ora sono proiettata verso la mia nuova vita in Florida. Forse ho finalmente capito quale aspetto della mia personalità prevale sull'altro: se dr. Jekyll o mr. Hyde.
La scuola in Italia è finita. Camminare per l'ultima volta nei corridoi del Gonzaga mi ha fatto uno strano effetto. Un effetto ancora più strano parlare con la mia vecchia prof di Latino&Greco del biennio: mi sono ricordata la sua cattiveria gratuita e ho ringraziato il cielo che io non ce l'abbia più, altrimenti mai e poi mai mi sarei sognata di partire.
 La pagella è andata bene, non quanto avrei voluto, ma non si piange sul latte versato.
Si è chiusa una porta e sto aspettando che si apra il portone.

Busi, un mio compagno di classe, è partito quasi due settimane fa, destinazione: Nuova Zelanda.  La domenica noi amici siamo andati a salutarlo e ho sentito il brivido dell'avventura. L'abbiamo salutato e abbracciato e martedì sera è sparito verso Auckland.
Lorenzo è stato il primo... Ora toccherà a me e a Lodo (anche se non ha ancora una famiglia e mi dispiace un po'...). So che continuo a ripeterlo, ma mi fa un effetto stranissimo, quasi surreale. Ancora un po' e anch'io abbandonerò il mio angolo di Italia e andrò alla ricerca del mio "American dream". Così questi 46 giorni (e si, alla fine parto il 17) sono diventati il mio peggiore incubo: mi sono ritrovata proprio in un bel limbo! Aspetto con ansia la partenza e non riesco a non pensare almeno 1192938329 volte al giorno all'America, proprio non ci riesco. Ma allo stesso tempo sono ben piantata con i piedi in Italia e se penso che a settembre non sarò qui non ci credo, letteralmente non ci credo! Ho una citazione della Fallaci, tratta da "Un uomo", in cui afferma che l'abitudine è la peggiore delle malattie perché te ne accorgi soltanto dopo che si è annidata dentro di te in modo tale che non possa più liberartene. Sento che la mia vita qui in Italia sia un po' così. Quindi l'idea di partire e spezzare la routine non è ancora stata ben metabolizzata dal mio cervello...

Due settimane fa ho fatto Skype con Tom e Melissa. OVVIAMENTE World Heritage, la mia associazione partner, non mi vuole far partire prima perché " andrei a scombussolare gli altri ragazzi con cui parto". Che poi chi ha mai menzionato un viaggio di gruppo?!? Anche Livio mi aveva ribadito che se va bene a volte si riesce a far partire 2/3 exchange insieme. Abbiamo parlato degli aspetti più pratici di questa esperienza: bancomat/ carte di credito, telefono e tariffe, conti corrente e soprattutto scuola. 
Tom e Melissa sono fantastici. Chiedo loro una cosa e il giorno dopo mi rispondono subito. Perciò ora vi potrete sorbire le mie disquisizioni su ciò che ho menzionato prima.
1.  Il cash. Noi exchange possiamo aprire un conto corrente in USA dove farci accreditare i soldi dai genitori. Però servono il codice del visto e mi pare pure del passaporto. Con questo poi possiamo avere sia una credit card che una debit card. Altrimenti potete chiedere alla famiglia se sono disposti a farsi versare i soldi che vi servono sul loro conto corrente personale. Infatti se optate per una carta di credito prepagata (italiana, riguardo alle altre non so) ogni volta che andrete a prelevare, vi verranno sottratti alcuni dollari di commissione  (una cosa come 5$ ogni 100$, ma non sono sicurissima)
2. Il telefono. Per quanto mi riguarda è una nota dolente. Scordatevi i piano ricaricabili da 10€ al mese che mi piacciono tanto e costano poco. I piani ricaricabili se si trovano costano intorno ai 50/60$. I contratti con incluso il telefono (vedi Iphone ed affini) costano cifre esorbitanti. Per farvi un'idea Tom e Melissa in due spendono 130$ al mese con un piano tariffario dei più economici. Però ieri Tom mi ha inviato un'email dicendomi che dovrebbero esserci delle SIM che potrebbero fare al caso mio; se non dovesse funzionare questa fantomatica SIM comprerò un telefono nuovo con annesso piano tariffario.
3.La scuola. Sempre nella email di ieri Tom mi ha detto che ha chiesto alla counselor se sarò Senior o Junior. Esattamente non lo sanno ancora perché ci tengono a vedere al più presto i miei voti e le mie medie (Oh Gosh!) con me (?!?) per poi scegliere insieme le materie che deciderò di svolgere. Anche in questo caso ho un però: Stacy sarà una senior come me, Belle ,un'altra ragazza che ho "conosciuto" dato che non mi ha ancora risposto, (una '97) sarà anche lei senior... Gli americani sono complicati complicatissimi! Da come me lo hanno spiegato Tom&Mel dovrei essere una senior (almeno anagraficamente) perché sono nata nella prima metà dell'anno. Speriamo che almeno questa vada in porto come dico io!

Domani vado in Consolato per la richiesta della Visa e devo ammettere che questa cosa mi ha già fatto sudare 7 camicie... Vi racconterò meglio in un altro post!

Un besos,
Ale

"Dovete essere voi giudice della vostra felicità."
[cit. Jane Austen]


P.S. Mi scuso per la mia scandalosa assenza su questo blog, ma ho avuto dei buoni motivi. Avevo bisogno di riflettere e di ritrovare l'equilibrio e poi settimana scorsa sono andata a fare l'animatrice in un camposcuola della parrocchia (ve ne parlerò meglio in un altro post!) :)





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