"We are put on this planet only once, and to limit ourselves to the familiar is a crimine against our minds." [cit. Roger Ebert]


lunedì 10 febbraio 2014

Skype Chat

Eccomi qua ad aggiornare finalmente dopo la Skype chat di Sabato sera. Ah mi sono accorta che in alcuni post ho dato dei riferimenti temporali sbagliati: scusate, ma spesso e volentieri scrivo il post con il computer alla sera e lo pubblico alla mattina con il cellulare mentre vado a scuola.

Comunqueeeee... Sabato ore 18.00.
Tachicardia a mille, impossibilità a deglutire e ansia tremenda. Ah già dimenticavo: mi tremavano così tanto le gambe che, mentre facevo le scale per andare a bere un bicchier d'acqua, quasi non finisco all'ospedale!
Bene, questa sono io al 100%. Quando devo relazionarmi con qualcuno che non conosco, così al primo impatto preferirei morire, meno male che c'era Alice a sostenermi con i suoi messaggi da coach motivazionale su Whatsapp.
La video-chiamata è andata abbastanza bene, siamo rimasti a parlare per un'oretta più o meno. Inizialmente, come ho già detto, ero particolarmente in ansia e difatti sembravo una con problemi cognitivi e linguistici, della serie: all'inizio ho sfarfugliato qualcosa sul fatto che avevo appena finito la scuola e che mi sarebbe toccato studiare la domenica. Sì, perché quando io vado nel pallone, inizio sempre a parlare della mia scuola (oh caro liceo classico, porto sicuro) perché è così strana che riesco a fare colpo con poco. E ovviamente sono rimasti affascinati quando ho detto che oltre a Latino studio pure Greco antico (non so che fascino possano esercitare, ma forse è soltanto il fascino dell'ignoto e della novità assoluta). Ma visto che davvero facevo fatica a stare a galla, e non perché io non capissi loro o viceversa, ma perché ero terribilmente nervosa, il mio caro babbo è allora venuto in mio soccorso. Così intanto che riprendevo fiato e mi davo addosso da sola, mio papà e Tom hanno parlato un po' di moto dato che gli avevo raccontato che ne abbiamo due; lui invece guida una Harley. Poi abbiamo parlato un po' del tempo, soprattutto riguardo a Ferrara dove hanno vissuto e sono rimasti allibiti quando abbiamo raccontato che si era allagata.
Poi arriva pure mia mamma, si presenta, e inizia le sue domande (che poi in realtà erano più o meno le mie, ma così ero più sciallata) del tipo come funziona in USA per ospitare un exchange, come funziona con la scuola, perché hanno deciso di ospitare e quindi poi ho chiesto perché avessero scelto proprio me. Mi hanno detto che hanno letteralmente amato la mia "Dear Host Family Letter". Mi sono sentita felicissima quando hanno detto che li ha lasciati di stucco il fatto che collezioni citazioni e mi hanno detto che è un bellissimo hobby; pure Melissa lo fa. Mi hanno anche detto che non voleva ritrovarsi in casa con una persona che pensasse solo a divertirsi, alla feste ecc.; volevano qualcuno che ci tenesse a trascorrere tempo in famiglia con loro e volevano che diventasse un vero membro della loro famiglia. Davvero sono carinissimi.
Infine Tom ha insistito per mostrarmi la casa  e dunque Melissa ci ha accompagnato in tutta la casa e mi hanno fatto vedere camera mia: è proprio girly, ha le pareti rosa e un letto enorme con una cosa come 4539506840001385 cuscini sopra poi c'è una finestra lungo tutta una parete che si affaccia sul campo da golf del vicinato, è molto ariosa e trasmette un senso di calma e pace immenso (forse anche perché là era una giornata soleggiata senza neanche una nuvola). Abbiamo chiacchierato ancora un po' e poi ci siamo salutati, promettendoci di sentirci per fare un'altra Skype chat. Oggi quindi Tom mi ha mandato un'altra e-mail per dirmi che Mercoledì non lavora proprio e che se vogliamo possiamo sentirci per fare ancora Skype, devo ancora rispondergli, ma lo faccio appena finisco qui.


"La felicità non è che sia fare sempre quello che si vuole, semmai è volere sempre quello che si fa."  
[cit. Fabio Volo]

un besos,
Ale

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